Il Cinecircolo in visita a Cremona e ai suoi Liutai

Certamente le gite che vedono i soci accomunati nei vari tour di fine anno uniscono il turismo alle arti, siano esse architettura, storia, pittura, letteratura, cinema senza far mancare religiosità e socializzazione. Visite a Castelli, Museo del Cinema, Palazzi, Abitazioni di artisti  sono unite insieme da uno spirito comunitario che non manca di certo ai soci. Quest’ anno, dopo i Castelli in Monferrato, il Vittoriale a Gardone, il Museo del Cinema a Torino,  i Luoghi Verdiani a Busseto, la Sacra di San Michele e il Dinamitificio ad Avigliana, non poteva mancare la “Musica Ascoltata” e “Suonata” con una stupendo violino Stradivari il “Vesuvius 1427” a Cremona terra di Liutai.

Certamente in tutta la città aleggia l’ attività principe, la nascita di violini, viole, violoncelli ma non solo. Il tour infatti inizia con la visita all’ Abbazia di S. Sigismondo situata all’ ingresso della città e accompagnati dalla guida che non si può dire solamente esperta ma veramente appassionata. Sorta nel 1472 per volontà di Bianca Maria Visconti a ricordo del matrimonio con Francesco Sforza nel 1441 nella primitiva Chiesetta già dedicata a S. Sigismondo dai frati Vallambrosiani. Vi si possono ammirare affreschi del manierismo cinquecentesco, in particolare del 1577 la “Cena a casa di Simone” e la Pala dell’ Altare Maggiore raffigurante “La decollazione di S. Giovanni Battista”di Antonio Campi. L’ atmosfera dell’ Abbazia è di una tranquillità quasi magica, viene il desiderio di lasciare tutto all’ esterno e di soffermarsi con devozione ad ammirarne le meraviglie che, guardando solo dall’ esterno la facciata spoglia e semplice, non si immagina di trovarci. Al di là della cancellata chiusa con grosso chiavistello , il coro e l’ Altare Maggiore accolgono le suore di clausura allo scandire dell’ ora delle lodi durante la giornata.

La passeggiata lungo le vie della città per raggiungerne il centro riserva gradite sorprese, palazzi antichi, chiesa nascoste tra i vicoli, piccole torri che si ergono da vecchie palazzine, ma lassù, verso l’ alto, svettante sopra i tetti il “Torrazzo” domina la città e la sua vitalità e sembra controllare il visitatore del sottostante Duomo e Battistero. Marmo e mattoni l’ esterno del Duomo. La prima fondazione di impianto romanico, è datata 1100 con ampliamenti successivi del 1200/1300. Meraviglioso l’ interno, indescrivibili gli affreschi, le cappelle laterali, l’ Altare Maggiore affrescato dal 1506 da artisti come Boccaccio Boccaccino, G. F. Brembo, Altobello Melone, Bernardino Gatti. Non vi sono parole per illustrare al meglio la maestosità del Sacro Luogo, solo il visitarlo può dare l’ idea di quanto sia eccezionale il raccogliersi in preghiera sotto le sue volte. Il Battistero S. Giovanni poi, è una raccolta d’ arte, sculture e quadri. In stile romanico è sormontato da una statua bronzea dell’ Arcangelo Gabriele. All’ interno le balconate danno splendore a tutto l’ insieme. Al centro troneggia un fonte battesimale del 500 di Lorenzo Trotti con la cisterna ottagonale formata da un monolitico di marmo rosso della Val Pollicella, sopra una piccola statua del Cristo risorto in legno dorato. Su tre lati tre altari dedicati alla Crocifissione (del 300), alla Madonna Addolorata e a S. Biagio. Adornano l’ interno statue lignee del Bertesi raffiguranti SF Neri e SG Battista.

Il Museo del Violino accoglie i soci. Austera costruzione del “ventennio” custodisce tesori dal valore enorme all’ interno di teche condizionate e guardate a vista da guardie giurate. I vari Conservatori del Museo hanno l’ incarico di suonarli durante l’ anno, a tempi stabiliti, per “conservarne” il suono. Lungo le sale viole, violini, strumenti del 1500 1700, nomi prestigiosi dei liutai cremonesi, Stradivari, Guarneri, Illustrano la mirabile liuteria cremonese. In una piccola sala di audizione ecco arrivare il “Vesuvius 1727” ricevuto in eredità da violinista inglese e sorretto dalle mani del Maestro Antonio De Lorenzi Conservatore del Museo, archetto portato a parte da personale specializzato, entrambi accompagnati da guardia giurata che poi seguirà i visitatori durante tutto il percorso all’ interno del Museo. Nel silenzio più assoluto, direi mistico, ecco le prime note uscire dallo strumento sul tema “Sarabanda” di JS Bach. Prima più calde, leggere, tenui, quasi intimorite di uscire da uno strumento così antico, come se il suono volesse presentarsi. E poi via via un crescendo di Fa, Do, Fa diesis fraseggi che si susseguono più forti, Do minore, Mi. Ma lo strumento ha solo necessità di scaldarsi per poter dare il meglio di se, per entrare in sintonia con il Maestro e le note. “Canzone di Solveing” di Grieg, “Passacaglia” di Von Biber ed ecco il tema dal film “Schindler’s List” con la struggente nota finale e a sfociare quindi in uno stupendo “I Lombardi alla 1° Crociata” di G. Verdi seguito da scroscianti applausi. Che sia emozionato ma professionale, è il violinista De Lorenzi, non certo intimidito il “Vesuvius”, sono uno Stradivari e del 1727, sembra dire uscendo fra le mani del Professore. 287 anni portati bene ma l’ anima non muore, possiamo dire.

L’ atmosfera cremonese non si attenua certamente fuori dal Museo, sicuramente le note dello Stradivari accompagnano ancora i turisti che costeggiano l’ ingresso del  cinema Ugo Tognazzi, il grande attore cremonese non dimenticato da noi cinefili. Ma il tour non può essere completo se, nel pomeriggio, non si cerca di scoprire i segreti racchiusi in strumenti che hanno reso celebri i Liutai di Cremona.  Ma i “segreti” sono veri “segreti”? E il liutaio da dietro il suo bancone di lavoro ti spiega dove si trova il “segreto”? O tu devi carpirlo tra legni, vernici, attrezzature per incisioni, scalpelli, resine profumate, modelli in legno, misure e dimensioni degli strumenti? Nel modellare i legni o nel sceglierlo tra quelli invecchiati al punto giusto? Nel rapportare lo spessore della vernice applicata alla superficie del violino? La quantità di resina sciolta nel solvente, con il numero delle “mani” applicate sulla superficie? I tempi di essicazione ed altri piccoli segreti che solo il liutaio conosce e che tutti noi, soci meravigliati, cerchiamo di carpire dalle sue parole? Si il “segreto” del suono degli Stradivari era la vernice, dice il liutaio. Ma forse era tutto un insieme che solo Stradivari conosceva.

Infine i locali  del Palazzo Comunale ci concedono ancora del tempo da trascorrere nell’ arte, tra i quadri nel locali cinquecenteschi. Dalle finestre che guardano la Piazza sottostante, le colonne del Duomo ci fronteggiano e accanto il “Torrazzo” con il suo specialissimo orologio, simbolo di Cremona, e con i suoi 500 e più gradini, domina la città e ci saluta mentre ci avviamo per il ritorno.

                                                                                                                       TOM

 

 

       

 

 

 

 

Autore: marco
Autore ultima modifica: marco
Dal 05/09/14 questo articolo è stato visitato 1102 volte

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