Gita di fine anno - Itinerari Verdiani per il Cinecircolo Acquabella

 

26 maggio ore 7, soci e non del Cinecircolo Acquabella, lasciano Milano in perfetto orario e si avviano in allegra compagnia a percorrere gli “ Itinerari Verdiani” nella “Città” di Busseto.

Puntualmente il bus accompagna i partecipanti in prossimità del centro dominato dalla Rocca Pallavicino e da un imponente monumento del Maestro Giuseppe Verdi.

                                                   

Dopo una breve visita alla “Città”, ai suoi portici che si affacciano lungo via Roma e sotto i quali sembra rivivere l’ epoca ottocentesca e quasi intravvedere passanti avvolti in  tabarri neri e di sentire risuonare le note del celebre maestro, rifocillati al vicino Caffè Centrale che mantiene intatta l’ atmosfera del musicista di cui si possono ammirare ritratti e foto sulle pareti circondati da quelli di famosi interpreti delle sue opere, in gruppi sparsi i soci si ritrovano tutti dinanzi alla Chiesa Collegiata di S Bartolomeo.

                       

Rimaneggiata nel 1437, la facciata è decorata con terrecotte di fattura lombarda. La guida Sig. Giuseppe che accoglie all’ interno, illustra i pregevoli stucchi del 1700 e le varie Cappelle dove sono raccolti pregevoli dipinti tra cui 15 tondi con Misteri del Rosario di Vincenzo Campi e affreschi con imponenti figure di Dottori della Chiesa del pittore senese Michelangelo Anselmi. Pregevole è l’ altare maggiore con figure e intagli a finto bronzo del cremonese Giovanbattista Febbrari e la Sacrestia.  Di interessante fattura il crocifisso in legno che fu soggetto per riprodurre quello a cui Don Camillo si rivolgeva nei film di “Don Camillo e l’ onorevole Peppone”. Accanto alla Collegiata  e comunicante con essa, si trova l’ Oratorio della S.S. Trinità dedicata al Beato Rolando la cui salma fu tumulata all’ interno dell’ Oratorio. In questo luogo, all’ altare della Madonna del Carmine, il 4 maggio 1836  furono celebrate le nozze di Giuseppe Verdi e Margherita Barezzi, figlia del mecenate e suo benefattore Antonio Barezzi. Di notevole interesse l’ altare maggiore in marmi policromi del 1749.

Attraversare Piazza Verdi ed entrare  al Teatro Giuseppe Verdi  è stato come immergersi in una bomboniera dorata. Il teatro conserva ancora tutta l’ atmosfera verdiana nonostante le polemiche sulla concessione che il Maestro fece affinché il teatro portasse il suo nome. Per ringraziarlo gli fu offerto il palco n° 11, ma dal Maestro mai usato e attualmente appartenente alla famiglia Carrara-Verdi e che volle comunque pagare con 10.000 lire . Ascoltando le parole della guida che illustrava vicende e pregi del teatro, seduti sulle poltroncine rosse, sembrava di attendere l’ uscita dei cantanti e di poter ascoltare un’ aria Verdiana.  Tra stucchi dorati e velluti rossi, il Teatro ha colpito particolarmente per il suo aspetto simile ad una Scala in miniatura, cento posti di platea, duecento in totale con i palchi.

                                                           

Dopo una breve sosta per riprendere fiato, ecco l’ ingresso a Casa Barezzi, sempre in P.za Verdi, frontalmente alla Rocca Pallavicino attualmente sede del comune. Antonio Barezzi fu la persona che, comprese le qualità del giovane Giuseppe, ne fu il mecenate e ne finanziò gli studi a Milano. Entrare in questa casa ed essere pervasi dall’ atmosfera verdiana, è una cosa indescrivibile. Sarà stata la descrizione fatta dalla guida, l’ ambiente soffuso, le piccole finestre da cui filtrava la luce del mattino, sembrava quasi di sentire il Maestro far scorrere le dita sul forte piano fino ad incontrare quelle della sua innamorata Margherita Barezzi, sua allieva che divenne poi la prima moglie. In questo palazzo il giovane Verdi  si esibì pubblicamente nelle sue prime composizioni . Sede dal 1816 fu sede della Filarmonica Bussetana fondata dallo stesso Antonio Barezzi, fine musicista dilettante, suonava il flauto, il clarinetto, il corno ed altri strumenti, era mercante di coloniali, fornitore dell’ osteria delle Roncole appartenuta ai genitori di Giuseppe Verdi. Casa Barezzi, oggi proprietaria una Banca, è sede dell’ Associazione Amici di Verdi. Il percorso museale porta le persone attraverso il mondo verdiano, tra opere, scritti, quadri, spartiti, ritratti e affascina tutti ricreando un’ atmosfera suggestiva e sognante della storia del Risorgimento e della storia dell’ ottocento.

      

Ormai è tempo di riposo e di soddisfare anche il palato, l’ agriturismo Il Bosso nelle vicinanze di Busseto, attende i gitanti con succulenti piatti di culatello, gnocco fritto, salumi vari,  non manca il parmigiano e a seguire pisarei, tortelli e risotto, seguiti da stinco e coppa al forno il tutto innaffiato da Lambrusco che non poteva mancare. Anche il Maestro  era un buon gustaio ed anche in questo luogo ci controllava da un imponente ritratto.

                                                                               

IL pomeriggio ha visto i soci recarsi a Villa Pallavicino recentemente ristrutturata ed elevata al rango di "Museo Nazionale Giuseppe Verdi" .

Situata in fondo ad un viale di pioppi, circondata da un fossato contenente ancora l’ acqua, fu costruita alla fine del secondo decennio del secolo XVI, acquistata dalla famiglia Pallavicino, ospitò Carlo V e fu completata successivamente con l’ innalzamento dei corpi posteriori.

                                                            

Accompagnati dalla guida, i partecipanti si sono immersi completamente nell’ atmosfera verdiana avvolti anche dalle musiche che, in ogni stanza, accompagnavano i visitatori con le note dell’ opera a cui era dedicata la sala. Costumi e musica, La Battaglia di Legnano, I Vespri Siciliani, Otello, Aida, Don Carlo, Rigoletto, Falstaff, 21 le stanze visitate, 21 le opere proposte, ma sicuramente il tempo trascorso era comunque troppo breve per poter assaporare completamente musiche e voci tenorili, baritonali, soprani e per soffermarsi pochi muniti a rivedere immagini di opere del Maestro che erano proiettate nella sala della musica.

Al termine della visita al Museo Verdi una breve visita nelle vicinanze, alla Chiesa di S. Maria degli Angeli del 1470 voluta da Orlando Pallavicino il Magnifico per disposizione testamentaria. La facciata in laterizi è decorata con terrecotte, all’ interno è conservata  il “Compianto sul Cristo morto”, scultura in terracotta policroma del 400 di Guido Mazzoni.

     

 

Ormai l’ atmosfera magica che aveva accompagnati i gitanti fin dal mattino all’ arrivo a Busseto, vita di un altro mondo, non poteva concludersi se non a S. Agata, nella casa voluta dal Maestro e dove aveva vissuto fin da quando vi si era ritirato avvolto dalle polemiche per il suo amore verso Giuseppina Strepponi famosa cantante sposata in seconde nozze ma giudicata dai Bussetani, una “poco di buono”. Disegnata da lui, qui visse dal 1851 e la fece sempre più sua apportando modifiche e aggiornamenti che ancora ora immergono il visitatore in quell’ atmosfera ottocentesca cara al Maestro e ancora ora rappresenta il modo migliore per poter comprendere lo spirito e l’ arte dell’ uomo Verdi. In una delle stanze si ritrovano gli arredamenti originali della stanza dell’ “Hotel et de Milan” dove il maestro morì il 27 gennaio 1901. Nelle scuderie fanno ancora bella mostra le carrozze del Maestro che lo condussero fino a San Pietroburgo.

      

Pervade tutto il luogo un’ atmosfera di quiete che immerge il visitatore in un mondo al di fuori del tempo, le stanze sono rimaste come allora con gli stessi mobili, caricature di Verdi, bronzi di Manzoni e Verdi a 80 anni,  è tutto un ricordo, un vedere quello che circondava la coppia, e sembra quasi di ascoltarne le voci e di vederli muovere silenziosamente lungo i viali del parco che il Maestro volle ricoperti di sabbia per non far rumore onde consentirgli la concentrazione per l’ ispirazione delle sue opere.

Verdi fu anche un grande magnate, probabilmente l’ uomo più ricco d’ Italia di allora, dicono tirchio, ma che diede da lavorare a molte persone impiegate sulle sue terre. Dai luoghi emerge un uomo che amava la sua terra, appassionato botanico sceglieva lui le piante da porre nel parco facendolo diventare un’ oasi di pace e di raccoglimento. Geniale personaggio anche dal punto di vista tecnico, fece costruire un laghetto circondato da vegetazione che sfruttava anche le acque provenienti dal scioglimento della neve posta nella ghiacciaia tra gli alberi del parco.

La Verdiana atmosfera ottocentesca che ha avvolto le persone lungo tutta la giornata trascorsa, è  ormai alle spalle dei gitanti, il viaggio di ritorno li aspetta, ma gli “ Itinerari Verdiani” saranno difficili da dimenticare.

 

Autore: marco
Autore ultima modifica: marco
Dal 06/06/12 questo articolo è stato visitato 3192 volte

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Sezioni: Tempo libero e fotografia | Comunicazioni e notizie

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